Qui di seguito riportiamo le lettere inviate alla redazione di REPORT...
Gentile Signora Milena Gabanelli,
Da una settimana ci scambiavamo messaggi telefonici e mail per informare della puntata di Report sulle cave. Senza sapere ovviamente nulla dei contenuti aspettavamo l’appuntamento come se… “adesso gliele canta”. Tanto è il rispetto che il suo lavoro negli anni si è meritato per il rigore, la capacità di innovare il linguaggio televisivo, di fare inchieste. Mentre la puntata procedeva è cresciuta la delusione di fronte alla mancanza di approfondimento del problema in Emilia Romagna. Nemmeno il volto imbarazzato di Errani, timoroso delle telecamere di Report, ha suscitato l’interesse ad approfondire. Per quale motivo poi, a fronte di migliaia di cittadini scesi in piazza nei nostri territori contro le escavazioni, nessuno ha avuto voce?
La Sezione di Italia Nostra dei Castelli modenesi, fin dal 2006 nella Conferenza preliminare al PIAE di Modena, ha contestato la sovrastima del fabbisogno di ghiaia. Se l’intento fosse stato quello di pianificare in funzione della realizzazione di infrastrutture ed abitazioni, sarebbe stato sufficiente predisporre cave a progetto: finita l’opera, risistemata la cava. No, i cavatori hanno preteso (è documentato dai verbali) una possibilità di scavo enorme, 23.500.000 metri cubi di ghiaia, nonostante al tempo noi avvertissimo del possibile arrivo di una bolla immobiliare. Addirittura hanno ottenuto dal potere politico contro le leggi della Comunità Europea sulla libera circolazione delle merci il principio dell’autosufficienza. Nessuno a Modena può portare ghiaia, mentre da Modena si può esportare. Come se fossimo ancora nel Ducato di Modena e Reggio. Tutto questo mentre la Provincia di Ravenna acquisisce la ghiaia necessaria in Croazia così come l’industria della ceramica di Sassuolo fa arrivare l’argilla dall’estero al porto di Ravenna.
Ci sono territori come alcune isole della Grecia disabitate ,o i primi 300 km del deserto libico, o le Alpi Cozie e Graie, in cui la ghiaia è a cielo aperto mentre da noi si distruggono in modo irrimediabile fertilissimi territori agricoli di pianura nella conoide del Panaro e del Secchia. Territori e paesaggi che lo storico Massimo Manfredi ha ricordato essere i più ambiti per la loro fertilità dai centurioni romani, come paga per le loro imprese belliche. Il Parroco di Piumazzo, frazione di Castelfranco Emilia che sarà praticamente distrutta dal PIAE, ha ricordato in una bellissima omelia domenicale la “sacralità della terra“ da cui noi tutti dipendiamo. Ripreso dal TG3 dell’Emilia Romagna che può rivedere, così come può documentarsi alla voce “cave” sul sito della Gazzetta di Modena. Avrà la possibilità di constatare decine di articoli che raccontano di centinaia di cittadini mobilitati e la nascita di comitati preparatissimi. Nei nostri comuni sono state raccolte 10.000 firme, e sono tante in rapporto al numero di abitanti e alla caduta del capitale sociale riguardo la partecipazione. Così con Google Earth lei potrà verificare che nei nostri paesi ben pochi sono stati i ripristini, come invece erroneamente il suo lavoro affermava. Ora la puntata di Report viene utilizzata dai dirigenti del PD come prova per aver bene operato e questa è un’ulteriore ingiustizia a cui le chiedo di riparare dando voce alla possibilità di replica.
Sezione Italia Nostra dei Castelli Modenesi
Il Presidente
Dante Pini
Piumazzo 4 aprile 2011
Alla redazione di Report
Oggetto: servizi sulle Cave trasmessi il 3 aprile 2011
Devo dire subito che il servizio ha dato l'impressione che l'Emilia sia un'isola felice nell'ambito di uno sfacelo ambientale nazionale. Niente di più sbagliato !!!
L'unica cosa di cui si deve dare atto alla Regione E.R. è che la stessa ha, e tuttora legifera sull'argomento attività estrattive lasciando la scelta delle quantità e dei siti alle provincie e ai comuni e questo è importante per dare qualche strumento agli enti locali. Peccato che, tranne casi rari, i comuni si rendano succubi delle direttive del partito (?????) imperante e consentano alle provincie di disporre ciò che viene loro chiesto dai cavatori. Sembra una espressione forte ma questo è. Noi che abitiamo sulle stecche del Panaro e del Secchia abbiamo visto DEPREDARE i letti dei fiumi della loro ghiaia con conseguenti costi enormi per la messa in sicurezza degli stessi. Con le alluvioni del 1964 crollò il ponte a Vignola, quello di Spilamberto rimase sospeso per incanto sulle palificazioni che facevano da fondamenta ai piloni che avrebbero dovuto appoggiare sulla ghiaia che non c'era più (era andata a finire tutta nella autostrada A1). Col vecchio concetto “i ricavi al privato e i costi al pubblico” i cavatori dichiaravano percentuali di cavato pari al 10/20% dell'effettivo e il pubblico rifaceva i ponti e le opere di messa in sicurezza. Qualche anno fa la provincia di Modena ha fatto fare uno studio all'università di Firenze sullo stato di salute del fiume Panaro, la soluzione data è , riassumendo, “lasciate in pace i fiumi, si riassesteranno da soli”. Tornando alla trasmissione, avete ragionato su Bologna e su Piacenza; mi dispiace che abbiate perso un libro inviatoVi dagli amici del comitato di Savignano Sul Panaro che raccoglieva le Osservazioni al PIAE (PianoInfraregionaleAttivitàEstrattive) della Provincia di Modena. Lì avreste trovato, nero su bianco, la dimostrazione che i “fabbisogni” della provincia di Modena erano calcolati almeno doppi rispetto al reale (i conti li sappiamo fare anche noi), calcoli fatti nel periodo di massima espansione dell'attività edilizia nelle nostre zone dal dopoguerra a oggi. Esempio banale: per la Cispadana si prevede un consumo di inerti tale che, se così fosse, il piano della strada sarebbe a 7/8 mt. dal piano campagna! (attenzione, questo calcolo lo fa uno studente qualsiasi che abbia fatto un anno di Geometria!). Non so chi Vi ha riferito che anno per anno viene calcolato un consumo di materiale che comporta il calcolo del fabbisono dell'anno successivo, chiunque sia stato era in malafede, in quanto i presunti consumi , calcolati come sopra, sono stati fatti una tantum anni fa, oggi sono assolutamente abnormi ma tali vengono mantenuti. Ci tengo a precisare che nel piano modenese il consumo pro capite è stimato il doppio del consumo pro capite bolognese. La ghiaia servita per l'alta velocità e per il rifacimento della viabilità autostradale a Sasso Marconi è di provenienza quasi esclusiva dal Modenese. Piccola parentesi: l'industria Ceramica oggi NON CONSUMA un mc. di inerti locali !!!!
In una mail inviataVi recentemente Vi accennavo ad uno schema creato faticosamente prendendo i dati societari dalle Camere di Commercio, dove si evince che l'incrocio societario fra tutti i cavatori che operano sulla stecca del Panaro e sulla sponda destra del Secchia fanno pensare ad un cartello. Questa realtà è confortata anche dal fatto che qui da noi il costo degli inerti è fra i più alti d'Italia. A nostra conoscenza non risulta che le attività estrattive qui da noi siano inquinate dalla mafia (Modena ed in particolare Castelfranco E. sono la seconda patria dei Casalesi) ciò non toglie che questa crisi così pesante possa creare o aver creato condizioni favorevoli in proposito. Certo è che un controllo mafioso o di cartello poco si differenzia ai fini del prezzo e del controllo dei materiali. Una cosa che mi ha lasciato basito è quando nel servizio c'era chi si meravigliava di quantità di 1 milione di metri cubi: solo a Piumazzo ne erano previsti originariamente 5,45 milioni, a Savignano 3,16, a Bazzano (che è bolognese ma ha una cava enorme confinante con le nostre) 1,03San Cesario 1,25 per la cava pure confinante. Vi ho elencato i milioni di metri cubi previsti in un raggio di 3 Km. in una zona densamente abitata. Esiste in centro a questa zona una frazione che si chiama Magazzino in cui sono stati installati due impianti di lavorazione per Calcestruzzo e Conglomerati bituminosi (asfalto) il tutto in fondo ad una cava (a -10mt), praticamente in mezzo alle abitazioni e per ora fermi grazie ad un ricorso al TAR dell'Emilia R.. Il Comune di San Cesario Sul Panaro ha il 14% del territorio cavato ecc. . Stiamo comunque parlando di territori che sono nelle zone di produzione di: ciliege di Vignola, Parmiggiano Reggiano, Lambrusco Graspa Rossa di Castelvetro, Aceto Balsamico, Pere IGP dell'Emilia R., oltre alla produzione di enormi quantità di frutta estiva ed invernale che saranno distrutti da un buco a -15 ed anche a -20 mt. Anche noi abbiamo la nostra cava trasformata in discarica non di tipo A (inerti da edilizia ecc.) ma di rifiuti speciali tipo quelli provenienti dall'Ospedale Maggiore di Bologna (questa sempre a Bazzano, a poche centinaia di metri dalle cave presenti e future. Tutto ciò succede nella fascia di territorio pedemontano in cui avviene la ricarica veloce delle falde acquifere (quelle della seconda falda, come correttamente avete detto Voi). Il PAE di Modena fu approvato 3 mesi prima delle amministrative del 2009. Bologna dovrà approvarlo nei prossimi 2 anni. Situazione politica: chi diede la stura a cavar ghiaia nei terreni fertilissimi delle nostre zone fu (col piano precedente) l'attuale Assessore Regionale alle attività produttive Muzzarelli la cui campagna elettorale per diventare allora Consigliere regionale (da Assessore provinciale che era) fu pagata dai cavatori (100.000 € dichiarati ufficialmente). Con le elezioni il Comune di Savignano Sul Panaro è passato da una giunta di sinistra (70% circa) ad una Lista Civica, a Castelfranco un'altra Lista ha avuto oltre l'11% portando il PD al 47% portato al 53 da IDV, Stiamo parlando di un comune in cui la sinistra non era mai scesa sotto il 64%. Questo per render l'idea di quanto siano devastanti le cave qui da noi e quanto siamo rimasti interdetti nel veder rappresantata l'Emilia Romagna come un'isola felice.
Speriamo alla prossima
Saluti da
Enzo Rubbiani
Presidente del Comitato Piumazzese NO alle CAVE
Carissimi Milena Gabanelli e Bernardo Iovine,
non scrivo dal "profondo Sud" ma dal cuore della ormai "profonda Emilia", tanto è stata scavata!
Desidero esprimere la mia delusione e quella di tanti miei concittadini che domenica sera speravano di assistere, finalmente, alla denuncia mediatica di quanto il territorio emiliano-romagnolo
venga continuamento distrutto per farne cave d'inerti. La BANDA DEL BUCO qui è molto ben organizzata, stringe accordi con la politica, finanzia le campagne elettorali e le manifestazioni
culturali, ed agisce sul filo della legalità di leggi regionali disegnate ad arte, non molto diverse nel concreto dalle leggi di altre regioni. Forse l'unica vera differenza è nella forma: da noi
si "pianifica" in nome di uno svilluppo sostenibile e della green economy, ma poi nei fatti si consuma suolo e cemento a dismisura. L'Emilia Romagna, con la sua virtuosa amministrazione, con la
sua pianificazione dello "sviluppo sostenibile", è al terzo posto in Italia, dopo Liguria e Calabria, per consumo di suolo, a al secondo posto per consumo di cemento.
Purtroppo, ieri sera gli spettatori emiliano romagnoli sono stati "gabbati", nel senso che il vostro servizio ha dipinto la nostra regione come esempio virtuoso per modalità di reperimento di
materiale inerte in Italia, ma la verità è tutt'altra. Avendo sempre avuto grande stima nei confronti della vostra autorevole trasmissione, sono arrivato alla conclusione che in Regione
l'hanno data da bere anche a voi, oppure che la vostra inchiesta sui nostri territori sia stata un pò frettolosa. Cercherò di spiegare brevemente perchè.
Partiamo dal presupposto che l'Emilia Romagna è avanti!
Infatti da noi oggi non si scava quasi più in montagna, ma in pianura, dove la ghiaia di natura alluvionale viene raccolta direttamente con le pale delle ruspe, sotto il suolo dei fertili campi,
e caricata su camion da 500 quintali che in pochi minuti sono sulle strade veloci, con minori costi di estrazione e di distribuzione. Come mai avviene ciò? Perchè il suolo deputato a
produrre il cibo della "Food Valley", ora quasi tutto importato dai mercati esteri, viene consumato per sempre? Forse per la ragione che l'agricoltore, vendendo i suoi poderi, riceve fino a 10
volte il costo del terreno agricolo? Successivamente la politica riesce a convincere se stessa (la partecipazione dei cittadini è solo una farsa) che l'estrazione della ghiaia è necessaria
al fabbisogno locale dell'industria delle costruzioni, per l'edilizia pubblica e privata, e dunque pianifica ed autorizza la sua estrazione dai campi fertili, ma con senso di grande
"responsabilità ambientale".
Per fare qualche esempio:
- si parla di ripristino a fine estrazione ... ma l'estrazione non ha mai fine, perchè i "poli estrattivi" vengono sempre e solo ampliati e quindi il ripristino viene rimandato all'infinito. Ci
sono poli estrattivi a bizzeffe che aspettano il ripristino da 30-40 anni. Per ogni esempio di cava "ripristinata" ve ne sono altri 20 di cave abbandonate a se stesse. E poi cosa sono i
ripristini? Anche qui, quando le si riempono, si usano rifiuti ... speciali! Se non si riempono le si "rinaturalizzano", che tradotto in italiano significa: lascia che la natura ci faccia
crescere sopra quello che gli pare ... Sapete poi quante fidejussioni sono mai state escusse per mancati ripristini? - si parla di rispetto delle falde acquifere, e quindi si autorizza lo
scavo sino a 1 m dalla falda, per rispetto della risorsa idropotabile! Questo sulla carta, perchè di fatto nessuno controlla e così, spesso, scavano sotto falda (volete qualche foto?). Parliamo
di buchi che qui da noi, tra Modena e Bologna, arrivano ad oltre 20 m di profondità, con le falde che invece stanno tra i 10 e i 15 metri di profondità, a cielo aperto. Non è poi così strano ...
dato che controllore e controllato incamerano soldi in proporzione alla ghiaia estratta : ai Comuni arriva il 75% di 0,57 €/mc, ed il resto se lo spartiscono Provincia e Regione. Se è vero
che in altre regioni non si pagano oneri di concessione, è anche vero che 0,57 €/mc sono percentuali minime (circa il 4%) rispetto al valore della merce. In altri paesi, vedi Gran Bretagna, e
questo lo avete detto, gli oneri di concessione sono 10 volte più alti. Insomma, in regioni come la Puglia il territorio lo si regala, mentre da noi, in Emilia Romagna, lo si SVENDE a basso
prezzo ... non vedo quella gran differenza per parlare di virtuosismi.
- si parla di estrarre inerti in funzione del fabbisogno ... e un esempio per tutti sono i quantitativi della Provincia di Modena di ghiaia e sabbia per il decennio 2009-2018, pari a 35 milioni
di mc. E voi gridavate allo scandalo perchè la provincia di Brescia scava 1.6 milioni di mc? In rapporto al numero di abitanti, la Provincia di Modena scava il triplo della Provincia di Bologna
che è pur piena di abitazioni invendute. Dove va quella ghiaia? Non solo fuori provincia ma anche fuori regione e ovunque si preferisca conservare il territorio, rispetto a distruggerlo.
I fabbisogni ipotizzati in "pianificazione" sono irrealistici e palesemente confutabili da dati ufficiali. Ad esempio, l'improvviso super fabbisogno di nuove residenze in provincia di Modena,
quando il censimento ISTAT indica che il 20% delle abitazioni in provincia non sono utilizzate, e quando l'andamento demografico risulta constante negli ultimi dieci anni, è evidentemente
gonfiato.
- si parla di impatto ambientale mitigato:
rimaniamo sul confine tra Modena e Bologna, ove la "mitigazione" si traduce nello scavare in un raggio di 2 km, su 5 poli estrattivi in comuni confinanti (Castelfranco Emilia, San Cesario sul
Panaro, Savignano sul Panaro, Spilamberto e Bazzano), per una cubatura di 15,5 milioni di mc ed una superficie finale complessiva di 330 ettari di terreni agricoli devastati per sempre.
Naturalmente anche qui, nella virtuosa regione, sono sorti Comitati in ogni paese interessato da cave, ed il PD nel Comune di Savignano Sul Panaro (MO), sulla questione delle cave ha adirittura
perso le recenti amministrative.
Date uno sguardo su comitatosavignano.worpress.com e vi renderete conto che il virtuosismo della Emilia Romagna è
solo di facciata: in nome dello sviluppo sostenibile distruggono due volte, prima con i buchi delle cave estraggono ghiaia e poi ne fanno calcestruzzo e asfalto con il quale consumano il
territorio.
Se vi interessa fare un "supplemento" d'inchiesta ... i Comitati locali, incluso quello che rappresento, saranno ben lieti di fornirvi ampia documentazione.
Intanto, potrebbe incuriosirvi il tema del finanziamento delle campagne elettorali di politici che oggi siedono in regione, da parte di aziende private modenesi "del settore", come Rio Beton e
Frantoio Fondovalle:
http://www.youtube.com/watch?v=9FX0cpBVHF8
Con stima,
Fabrizio Odorici
Comitato Bazzanese Ambiente e Salute
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Benetazzo Nico, Guscelli Rossana (mercoledì, 06 aprile 2011 21:03)
Appena visto Report ci siete subito venuti in mente, avremmo voluto scrivere o quanto meno esprimere il nostro disappunto...Perciò con piacere ci mettiamo in coda, dietro di voi per dirvi che vi appoggiamo e vi ringraziamo.