PUBBLICHIAMO LA STORIA A PUNTATE DELLE CAVE E DEL COMITATO A PIUMAZZO 

Prima puntata

Nel 2008 i piumazzesi vengono a sapere di un piano cave che prevede una quantità enorme di estrazione di ghiaia, su un terreno che va da 150 metri dalle prima case del paese fino ai confini con Bazzzano, i numeri sono talmente elevati che all’inizio molti sospettano che ci sia un errore.

Riportiamo questa frase tratta dal nostro sito: https://www.comitatonoallecave.com/la-storia/

“I piumazzesi vengono a sapere di quello che sta per accadere “in casa loro” soltanto il 29/5/2008, in occasione della conferenza organizzata all’Arci di Piumazzo da A.N.E.C. (Associazione Naturalisti Ecologi Castelfranco) e Italia Nostra, sezione di Modena, dal titolo “L’acqua, un bene prezioso. Fiumi e cave di ghiaia del nostro territorio. Quale compatibilità?”. 

Vediamo la sequenza dei passaggi che hanno portato a questo piano

Il 9/11/2005 Il Comune di Castelfranco Emilia approva l’accordo preliminare per aderire alla variante generale al Piano Infraregionale delle Attività Estrattive (PIAE) della provincia di Modena, in questo modo il PIAE elaborato dalla provincia avrà valore di Piano Attività Estrattive (PAE) di Castelfranco, a Castelfranco cioè si scaveranno le quantità di inerti decise dal PIAE elaborato dalla provincia. Al PIAE aderiscono 18 comuni della provincia di Modena.

21/12/2006 Si conclude la Conferenza di Pianificazione, la conferenza esegue una prima valutazione della situazione attuale e dei fabbisogni di inerti, da questo momento parte l’elaborazione del PIAE

Il 26/11/2007 il consiglio comunale approva l’accordo territoriale con la provincia, in questo modo entra in vigore l’accordo preliminare approvato il 9/11/2005, altrettanto fanno gli altri comuni aderenti al PIAE questo dà l’avvio alla elaborazione del PIAE/PAE.

Il 25/06/2008 Il consiglio provinciale adotta il PIAE che ha valore di PAE per Castelfranco (è implicitamente adottato anche da noi), l’adozione è il primo passo amministrativo di un nuovo piano, l’iter si esaurisce con l’approvazione, una volta approvato il piano entra in vigore.

 

Nella prossima puntata vedremo cosa ci riservava il PAE adottato nel 2008.

 

12/09/2025


Seconda puntata

Vediamo cosa prevedeva il PAE di Castelfranco Emilia adottato Il 25/06/2008:

Si prevedeva di scavare fino a 15 metri di profondità, invece dei 10 metri del piano precedente, peraltro senza una spiegazione precisa, non è stato spiegato perché si possa scavare a -15 metri quando prima si riteneva di non poter andare oltre -10 metri, inoltre si parlava di un bacino d’irrigazione e un bacino per la ricarica delle acque di falda con tutti i rischi connessi, dopo aver tolto 15 metri di terra, ghiaia e sabbia a protezione delle falde.

Le attività di cava a Piumazzo sono iniziate prima del 1975, con la cava San Giacomo, teniamo conto che nel periodo 1996- 2009 erano stati scavati 897.065 mc, il nuovo piano prevedeva di scavare sei volte di più in un periodo più breve.

Per l’intera provincia erano previsti 23.550.000 mc più 6.670.002 residui, quantità previste nei piani precedenti e non ancora scavate per un totale di 30.220.002 mc da scavare in 10 anni.

Ma oltre a ghiaia e sabbia si scavano anche altri materiali, questo il quadro complessivo dei materiali che si prevedeva di scavare in dieci anni:

 

Sabbie e ghiaie

30.220.002

Materiale da cave di monte

4.142.664

Pietre da taglio

357.000

Argille per laterizi

3.834.852

Limi sabbiosi

3.608.213

Sabbie e argille per ceramiche

4.073.012

Totale

46.235.743

 

Questi 46.235.743 di metri cubi in 10 anni sono la quantità che era stata prevista come necessaria per la provincia di Modena, in base al principio n° 1 espresso nella Conferenza di pianificazione, convocata in vista della definizione del P.I.A.E. (Piano Infraregionale delle Attività Estrattive) nel giugno 2006: cioè, l’autosufficienza della provincia di Modena, in realtà nulla proibiva di vendere gli inerti scavati a Modena, fuori dalla provincia.

Le previsioni del fabbisogno di inerti erano in realtà, secondo noi, del tutto sovradimensionate, facciamo un esempio:

Si prevedeva la costruzione della nuova autostrada Cispadana (non ancora costruita), per cui si valutava un fabbisogno di 14.870.000 mc di inerti, di cui 6.450.000 di ghiaia e sabbia e 8.420.000 di terra.

Di questi, 12.350.000 mc erano previsti per il corpo stradale, il resto per opere accessorie.

I dati di progetto sono in questo sito: https://www.autostradaregionalecispadana.it/it/progetto/tracciato-/

Facciamo due conti: la lunghezza era prevista di 67 km, 2 corsie di 3,75 m e la corsia d’emergenza di 3 m per ogni senso di marcia, larghezza totale 21 metri, ipotizzando che ci sia un metro di terrapieno da ogni lato, totale 25 metri.
Ora dividendo 12.350.000 per la superficie totale si ottiene uno spessore di 7,4 metri di inerti, più dell’altezza di una casa di due piani.

La redazione del PIAE/PAE ha coinvolto una quarantina di tecnici ingegneri architetti, esperti ambientali, cartografi ecc. che hanno lavorato per mesi.

 

 

19/09/2025

 


Terza puntata

Dopo l’adozione del PAE (25/06/2008) era possibile fare delle osservazioni.

Il Comitato Piumazzese NO alle Cave ha presentato 9 osservazioni.
Altre osservazioni sono state presentate da numerosi enti, associazioni e privati cittadini, particolarmente numerose e circostanziate sono state le osservazioni del Comitato Tutela del territorio di Savignano.

Sintesi delle nostre osservazioni:

  1. Il PIAE/PAE è illegittimo perché non rispetta i vincoli di carattere ambientale relativo alla protezione delle acque di falda.
  2. Il PIAE/PAE è illegittimo perché non rispetta le norme relative alla destinazione dei terreni dopo le escavazioni. Ricordiamo che era previsto l’insediamento di un frantoio di ghiaia a 150 dalla prime case del paese, e la destinazione di una parte delle cave per un bacino d’irrigazione e un bacino per la ricarica delle acque di falda, dopo aver tolto 15 metri di terra, ghiaia e sabbia a protezione delle falde stesse.
  3. Frantoio, non si parla del consumo di acqua e inoltre è a 150 metri dalla prime case dell’abitato
  4. Impatto sulla viabilità: l’impatto per scavare e trasportare 5.450.000 mc in 10 anni è talmente elevato da far pensare che la stima dei consumi non sia per 10 anni ma per 20 o 30
  5. Osservazioni sugli impatti ambientali derivanti dalla attività estrattive.
  6. Osservazioni sulla quantificazione dei fabbisogni, secondo noi molto sovradimensionati.
  7. Osservazione sull’attività di recupero delle cave esistenti.
  8. Procedimento: si chiede l’integrazione del PIAE con una Valutazione Ambientale Strategica.
  9. Si chiede l’annullamento della adozione del PIAE/PAE

Riportiamo una frase dalle nostre osservazioni:

“Il PAE prevede l’estrazione di quantità annue che nella pratica risultano impossibili da gestire. Ergo la gestione possibile deve per forza prevedere l’estrazione di quantità necessariamente inferiori a quelle previste nel PAE. Se così è come in effetti è la realtà questo non è un piano di stima dei consumi decennali ma ventennali o addirittura trentennali e ciò è contrario alle norme di legge vigenti che prevedono piani decennali.“  

Siamo stati preveggenti, ad oggi a Piumazzo non è ancora stato scavato nulla del PAE 2009-2019 a riprova di quanto fosse sovradimensionato il PIAE provinciale, e consideriamo che di tutti poli estrattivi della provincia di Modena al polo 12 di Piumazzo era stata assegnata la parte maggiore dei 23.550.000 di mc previsti nel nuovo PIAE

 

 

26/09/2025


Quarta puntata

Riportiamo alcuni eventi dal nostro sito: https://www.comitatonoallecave.com/la-storia/

Il 9 luglio 2008 incappiamo, in modo del tutto casuale, in un volantino in cui l’allora Sindaco, Sergio Graziosi, assieme alla Giunta Comunale e a qualche tecnico, invitava i cittadini all’incontro pubblico sul tema: “Piano Attività Estrattive” (il PAE). Quella sera, venerdì 11 luglio 2008, in una sala dell’ARCI aperta al momento e con una temperatura di circa 40 gradi, c’erano 60/70 persone semplicemente perché qualche disgraziato la sera precedente aveva fatto 300 fotocopie di quel volantino e si era preoccupato di diffonderlo. Pensavamo che la data e la non pubblicità all’evento fossero scelte dettate dalla Vergogna o, più elegantemente, da un certo senso del Pudore per il fatto di dover venire a darci conferma di quelli che ingenuamente avevamo pensato potessero essere numeri così alti solo per errori di battitura ….

L’11/7/2008 l’amministrazione comunale di Castelfranco, all’Arci di Piumazzo, organizza il primo incontro pubblico per illustrare il Piano delle Attività Estrattive.

Il 28/7/2008 si costituisce il Comitato piumazzese “No alle Cave”, viene eletto presidente all’unanimità Enzo Rubbiani.

 

 Il 4/8/2008 il Comitato avvia, anche tra i cittadini di Castelfranco e dei Comuni limitrofi, una raccolta firme che si concluderà l’8/11/2008, con la consegna al sindaco Sergio Graziosi di un plico chiuso da un nastro rosa contenente 4.067 firme.

 

 

03/10/2025




Per sempre amici......


Ciao Gigi, grazie e ancora grazie amico caro.....


CHI LOTTA PUO' PERDERE, CHI NON LOTTA HA GIA' PERSO.......(Guevara)

Ciao amico Bustelli, chissà se riusciremo ancora a percorrere tutti insieme le strade delle nostre campagne, le vie della nostra terra... come quando quel giorno, ci guidavi per farci vedere quanto è bella e importante...e quanto è importante difenderla da chi la vuole distruggere...

E’ difficile pensare che persone che popolano questa bellissima terra e che dipendano da essa, riescono a sacrificarla con delle manovre politiche capaci di distruggere senza riguardo e sentimento, senza rispetto della popolazione che la abita …



CON UN VOTO CORAGGIOSO TUTTO SI SAREBBE FERMATO, E SAREBBE RIMASTO SOLO UN BEL RICORDO O UN BEL FUMETTO...




UN PENSIERO...!

Piumazzo è un paese tranquillo e laborioso.Il suo unico bene è la terra,fertile e bella. Viviamo tempi difficili per l’agricoltura, ma non difficilissimi: la terra è sempre fedele.

Ma abbiamo anche l’oro grigio, la ghiaia,che sta sotto la terra: è lei che la drena e rende buono il terreno e ricche d’acqua le falde. La sensibilità odierna, non equilibrata, vuole salvare i fiumi, allontanandovi le cave, ma non pensa a salvare le campagne.

Domani si pentiranno, ma sarà troppo tardi. La nostra terra sarà morta per sempre, non più coltivata, buona non si sa per cosa.

La terra non è una merce come le altre, richiede un particolare rispetto, perché ha in sé qualcosa di sacro.

Il progetto estrattivo approvato dagli organi competenti va bene per aree depresse e in abbandono. A noi non sembra di essere così.

don Remo Resca

 


I CAVATORI SONO ANCHE SPONSOR DEGLI EVENTI

La Granulati Donini s.p.a. , rimane una delle piu importanti e imponenti società di scavo che lavora nella nostra Provincia......chissà perché compare nel tabellone principale della festa del PD, anno 2009...?